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La letterina del sabato 25 novembre 2023

Care Amiche e cari Amici, 

prima di arrivare alle brevi e non semplici considerazioni legate alla Giornata mondiale collocata nella data di oggi, voglio condividere con i miei eroici ventitré Lettori due piccole note sulle vicende che si sono susseguite nei giorni passati. In realtà si tratta più di segnalare assenze e rinvii di eventi e solo in un caso di un appuntamento il cui calendario è stato rispettato.

Il 22 novembre è stato il giorno nel quale la Chiesa Cattolica fa memoria di Santa Cecilia, adottata come Patrona della musica degli strumentisti e dei cantanti. L’appuntamento mancato, in verità neppure annunciato, è stato quello con la musica, perché la nostra bellissima Accademia Musicale non ha celebrato pubblicamente Santa Cecilia. Ci sono difficoltà, ci sono problemi, ci sono condizioni che non è facile modificare ma, forse, qualcosa, anche in piccolo si sarebbe potuto fare. Tra i motivi del non fare ci sono quelli che evidenzierò in seguito, validi per questa e per altre vicende locali.

Era invece programmato e ben annunciato con tanto manifesti il secondo incontro in contrada del “Tavolo di coalizione civica per le idee messo in calendario per giovedì 23. Un problema non politico ma legato alla improvvisa indisponibilità del locale ha costretto a spostare l’incontro a data da destinarsi. Insomma la cosa si allunga di un po’, non si sa quanto. Chi ha fretta di avere in mano le “idee” ed il programma amministrativo dovrà pazientare un poco di più. Senno dovrà farselo da solo. La sostanza di questa vicenda, per come analizzata e spiegata nell’ultima Letterina, intanto non cambia. 

 

Ieri sera si è realizzato l’unico appuntamento calendarizzato in questi giorni passati. Nell’ambito degli “Incontri in Comune” si è svolto l’incontro dedicato ai Diritti e Doveri alla luce della Costituzione Repubblicana, animato molto egregiamente dal professor Marcello Salerno che ha confermato la sua competenza e la sua pregevole capacità di esporre temi complessi in modo molto chiaro. 

Due piccole considerazioni su queste date, rispettate e non, in ordine alla partecipazione dei Concittadini. La prima: la socializzazione, cioè la sua mancanza a Miglianico, che certuni ora sventolano come colpa del Sindaco, è come il “dovere”, ognuno predica, protesta, si indigna casomai, ma in fondo pensa che siano sempre gli altri a dover fare qualcosa. La seconda: scegliere di non esserci, in questo caso specifico accettare di esser ignoranti su questioni fondamentali come quelle legate ai diritti e ai doveri costituzionali è una scelta che fa ben comprendere perché siamo a questo punto e soprattutto dove andremo a finire.

Arriviamo a oggi. Oggi è la “Giornata mondiale per la eliminazione della violenza contro le Donne”. Non devo unirmi al coro di quelli che solo-oggi inneggiano al tema del giorno. Né voglio apparire come un bastian contrario per attirare un’attenzione strumentale non consona a questo spazio di libertà. Nulla da dire sulla ricorrenza e sulla sua importanza se non che sono, come spero tantissimi se non tutti, assolutamente contro ogni forma di violenza, in particolare contro le Donne. Lo sono per convinzione poiché penso che la Donna è la parte migliore, il punto più alto dell’umanità anche perché è destinata e capace di procreare: in quanto tale è l’anello che congiunge Cielo e terra. Lo sono nei fatti, nella quotidianità della mia vita familiare, relazionale, sociale e politica. Lo sono come tanti che oggi non strepitano e non sgomitano per un posto in prima fila nei selfie di questo 25 novembre. Lo sono serenamente e felicemente anche se non mi immergo nelle parole che solo-oggi tutti stra-utilizzano e che vengono rivoltate, quasi stritolate per adattarle a significati giustissimi ma che non devono limitarsi ai vocabolari-per-un-giorno.  

Aggiungo, lo devo fare, che non tutto deve essere preso per buono con la scusa di questa importantissima ricorrenza.   

Sono stato bombardato, in occasione di recenti corsi di formazione dove parlano solo Donne, da messaggi che, purtroppo, sono ancora troppo permeati di quel femminismo anni 60/70 che debordano in un inutile anti-maschilismo dai toni e contenuti quantomeno inappropriati. Il vintage in certi casi è stucchevole. Le rivoluzioni forse vanno anche fatte, certamente occorre fare ancora tanti passi avanti senza fermarsi un istante, tenendo però ben presente che non si possono azzerare nell’arco di una sola generazione le condizioni createsi e consolidatesi in qualche migliaio di anni. Su di esse va fatta anche una riflessione antropologica, se vogliamo, come sul perché per millenni i ruoli di maschio e femmina siano stati quelli che ci siamo ritrovati a vivere e che abbiamo sostanzialmente modificato, o meglio, stiamo continuando a modificare in meglio. Due cose le metto separatamente anche se son legate al tutto, come sempre, ma lo faccio per illuminarle in modo particolare. Questa la prima: tra le principali cause, o meglio, le presunte colpe - ma sono colpe? - di una discriminazione dei maschi contro le Donne si tira in ballo la “religione” che, senza citarla, è identificata solo col Cristianesimo. È una lettura falsamente di comodo, quindi strumentale. Ma non è ora il tempo di approfondire questo. La seconda: mi meraviglia che Donne e Concittadini (senza asterisco sull’ultima vocale) di ogni orientamento sessuale manifestino in questi stessi giorni a favore non della giusta causa palestinese ma a favore di Hamas o di Hezbollah solo per andar contro Israele. Da Donna non manifesterei mai a favore di certi soggetti. Se vincessero loro, quelli di Hamas e di Hezbollah, le Donne, anche le nostre Donne sarebbero ridotte nella condizione di quelle iraniane o afghane e non mi sembra certo una bella condizione. E la cosa, cioè il rischio che quella possa essere la condizione anche delle Donne non è proprio remota nelle prospettive della società europea e quindi anche italiana. Tra le cause che avvicinano queste prospettive c’è il calo demografico che registriamo soprattutto tra gli Italiani e tra i popoli europei. Gli altri fanno più figli e saranno prestissimo la maggioranza anche sui nostri territori perché stanno già arrivando e sono tanti. La maggioranza vince, se non riusciamo a “contaminarli” al più presto con i nostri valori, naturalmente saranno loro, la maggioranza, tra l’altro più giovane, a far prevalere nelle nostre vite i loro valori. Tra quei valori ci sono quelli legati alla condizione femminile e alla violenza che si abbatte sulle Donne soprattutto se protestano per chiedere un minimo di libertà e di ruolo sociale attivo. Voglio esser provocatore, consapevole di andare a picchiare sui nidi delle vespe più velenose. Quanti italiane e italiani non sono mai nati per la strumentale applicazione della Legge 194, cioè per gli aborti di comodo, quelli dettati dall’egoismo non da drammi personali? Quanti giovani e giovanissimi mancano tra i nostri Connazionali, un milione, forse due? Oggi sarebbero alunni e studenti nelle scuole e nelle università, ci sarebbe un minor calo di residenti nei piccoli Comuni che invece invecchiano, avremmo elementi indispensabili su cui costruire il futuro, ci sarebbero gli eredi cui affidare il buono che si è fatto e si continua a fare. È un conto che nessuno fa, perché farlo è scomodo, scomodissimo per tutti noi, indipendentemente dal fatto che siamo pro o contro. Supero d’un balzo tutto quel che si può frapporre, con ottime argomentazioni e grande vis polemica, a quanto affermato ora ed arrivo con una delle risposte più antipatiche ma certamente non false. Quando una Donna è vittima di violenza sessuale, abortire è considerato sacrosanto: meglio abortire che far nascere un figlio non voluto per affidarlo casomai a chi lo farà crescere senza affetti familiari. Ora è così. A parte tutto quello che la storia potrebbe narrare sui figli che chiameremo “illegittimi” - e faccio solo il caso di Leonardo da Vinci, che non ebbe una famiglia stile “Mulino bianco” - tanto per capirci chiedo: quanti figli senza genitori sono sbarcati e stanno sbarcando a Lampedusa e in ogni altra spiaggia meta degli schiavisti di questo secolo? Loro, che sono anche figli delle violenze di massa che accompagnano le guerre in tanti Paese africani come tutte le altre guerre, sono invece vivi e saranno parte determinante di quella che tra poco sarà la maggioranza in Italia e in Europa. Non c’è una valutazione etica, o forse c’è, ma sicuramente c’è un dato numerico che non può esser ignorato. Per restare a noi “italiani” e alle nostre convinzioni indotte, qualcuno ha mai pensato a quanti figli “indesiderati” ci ha lasciato la prima e soprattutto la seconda guerra mondiale, anche qui in questa zona (4 marzo 1943 è la mirabile poesia di quel dramma)?  Quei Figli sono nati, sono Italiani e hanno aiutato l’Italia a diventare quel che di buono è. 

Non sfuggo al richiamo che incombe, avendo citato Hamas&Co.. Parlo della guerra che da quattro millenni flagella il Medioriente in relazione alle Donne che protestano. Non contesto le Donne che manifestano a favore di Israele per le vittime del 7 ottobre scorso e contro l’antisemitismo. Non contesto per converso le Donne che manifestano per la causa palestinese. Le une e le altre, consapevolmente o no, sono per la guerra. Perché sostenere una delle parti (e sono più di una) significa volere la vittoria di una e la sconfitta di un’altra, in certi casi l’annientamento dell’altra parte, che, se non annientata, poi cercherà una rivincita, con una nuova guerra che sarà la vittoria dei fabbricanti di armi e degli speculatori di ogni colore. Preferisco Lisistrata, colei che scioglie gli eserciti. Preferisco le Donne che manifestano per la Pace, quelle che pregano il loro Dio, che se è tale deve esser un Dio di Pace. La pace è l’unica soluzione. È la soluzione più difficile perché interpella l’umanità, cioè ciascuno di noi, sulle disparità, sulle oppressioni degli uni sugli altri, sul colonialismo ieri occidentale oggi proveniente da potenze allocate in altre latitudini del mondo, sull’asfissiante gioco del denaro elevato a Dio, sulla povertà di tantissimi e sulla ricchezza di pochissimi, sulla fame di troppi e sulle malattie che non vengono curate, sull’acqua che non è per tutti, sugli odi tribali, razziali, religiosi costruiti per nascondere lucrosi e loschi affari. 

La Pace è la soluzione più giusta, la più umana in assoluto. Ma è la più difficile. Forse per questo a noi piacciono altre soluzioni, quelle un po’ più facili.          

Chiudo con un pensiero particolare per le Donne, in particolare, per una Donna eccezionale.

Tutti gli esseri umani sono unici nella grande, lunghissima vicenda dell’Umanità. Vanno rispettati proprio per la loro unicità a prescindere dal genere. Le Donne vanno amate particolarmente perché nell’umanità sono persone ancora più speciali, se possibile. Usciamo dalla nenia dei discorsi fatti, utilizzati col copia-e-incolla, inventati per l’occasione e che, come tantissimi altri saranno dimenticati già domani, quando si faranno aperitivi o ci si isolerà per vedere una partita di calcio in tv. Oltre ad essere uniche nella storia dell’umanità, le Donne, per quel che sono nell’umanità, vanno semplicemente amate in modo speciale, il che, lo ripeto, lo si può fare solo se c’è pieno rispetto. Ogni giorno dobbiamo amare le Donne, dobbiamo farlo sempre. 

Ma oggi voglio invitare i miei eroici ventitré Lettori a festeggiare una Donna eccezionale, una nostra grande Concittadina. Invito tutti ad esultare per un nuovo riconoscimento conquistato dalla nostra meravigliosa Lady Chef Antonina Di Giacomo, che è stata premiata a Perugia nell’ambito del Premio nazionale “Extra Cuoca 2023”. Per la cronaca Antonina Di Giacomo si è classificata al secondo posto assoluto con un suo piato, il “Baccalà in olio cottura, la sua pelle croccante, pancotto e insalatina in agrodolce”. Ma la cronaca passa. Antonina è già nella storia della nostra Miglianico.

Brava, bravissima Antonina! Siamo orgogliosi di te. 

Buona Domenica     

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