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La letterina del sabato 2 dicembre 2023

 

Care Amiche e cari Amici,

ci attende un appuntamento con la storia, la nostra storia. Storia vera, non la narrazione delle vicende, pur vere ed importanti, che spesso riservo ai miei eroici ventitré Lettori. Il Gruppo comunale per la promozione della cultura, presieduto dal carissimo professor Antonello Antonelli, nell’ambito degli “Incontri in Comune”, ha infatti programmato uno speciale ricordo di una pagina di storia che ha coinvolto, direi sconvolto Miglianico e i Miglianichesi nel dicembre del 1943. Lo ha fatto con un ciclo di incontri sul tema Quando toccò a noi…80 anni fa la guerra era qui”. In quel periodo, freddo e terribile, da qui passò la guerra, quella vera, quella che seminò morte e distruzione e che costrinse tutti i nostri Concittadini di allora a lasciare le proprie case per andare sfollati chi a Chieti, chi in Val Pescara, chi nel Teramano, chi più in là nelle Marche e chi ancor più lontano in Romagna. Non fu un esodo vacanziero né una scelta programmata ma una costrizione subìta, una esperienza da veri profughi di guerra, drammatica indimenticabile, mai sanata nella memoria di chi l’ha vissuta. 

 

Prima di trarre la lezione su come giudicare chi è oggi profugo di guerra, una lezione che dovremmo avere nel DNA ma che spesso sembra aliena dal nostro modo di pensare, è bene conoscere o farci ricordare quello che è successo proprio qui. 

Ecco allora che siamo tutti invitati a tre appuntamenti molto interessanti. Il primo è fissato per mercoledì prossimo, 6 dicembre, alle ore 20,45 nella sala consiliare del Municipio sarà dedicato aLa guerra in casa e vedrà come relatori lo storico e giornalista, Marco Patricelli, e il giornalista documentarista, Enrico Giancristofaro. Nel pomeriggio dell’8 dicembre, su iniziativa e grazie alla generosa organizzazione della dottoressa Chiara Ciavolich, presso la prestigiosa sede dell’Antica Cantina Ciavolich, verrà presentato il libro “Ricordi di Giuseppe e Giuliana Ciavolich a cura della stessa Chiara e della sua meravigliosa Mamma, la signora Anna Bortoli. Molte pagine del libro raccontano proprio le vicende legate al passaggio della Seconda Guerra Mondiale a Miglianico con aneddoti e appunti di date e di nomi che faranno rivivere particolari dettagli di quei drammatici giorni. Il terzo appuntamento, sempre nell’ambito degli “Incontri in Comune”, quindi presso la Sala consiliare del Municipio, si terrà il 29 dicembre prossimo, alle ore 20,45 e sarà dedicato a “Sfollati da Miglianico con l’intervento del professor Antonello Antonelli e dell’Amico Archivista, Matteo Nanni.

Dire che si tratta di appuntamenti imperdibili, pur se oggettivamente vero, sa forse di annuncio commerciale. Immagino che la pigrizia televisiv-pantofolaia di alcuni Concittadini non sarà scossa da questo che è un cordiale invito a partecipare. Chi non vuole esser presente avrà già pronta più di una scusa di quelle apparentemente inattaccabili. Non fa niente e nulla contesto loro, liberi di fare le tante cose più impostanti che segnaleranno aver appuntato sulle loro agende fitte di momenti culturali e umanitari di eccelso livello. Anche per loro, però, penso possa esser valida la preghiera a fare quel passaparola che sarà utile a consentire la presenza di chi qualcosa vuole sapere, di chi quei giorni li ha vissuti o li ha conosciuti dal racconto dei propri Genitori o dei propri Nonni. Penso sia importante che ci siano anche i bambini questa volta. Educare le giovani generazioni alla Pace lo si fa anche raccontando loro la guerra, non quella dei super eroi o delle epiche battaglie ma quella tragicamente reale, che strazia i popoli, dilania le carni, distrugge le case, uccide gli innocenti. Quella che non è tanto materia di cronaca o di cinematografia ma che, come in questo nostro caso, è stata vicenda vissuta sulle stesse strade sulle quali oggi camminiamo, nelle case che ancora vediamo, in questo territorio, il nostro, che ora è ridente di sviluppo e di vita ma che in quei giorni è stato grigio di spopolamento e di morte. 

E questo dovrebbe poi ricordarci di che è meglio mantenere il più possibile il ridente e saperci godere pienamente tutto il bene che la pace porta con sé.

Care Amiche e cari Amici, in pace si fa festa. 

Questa settimana che ci attende porterà, prima del suo termine, la prima Festa, quella che apre di fatto il periodo natalizio, cioè la festa dell’Immacolata Concezione. Poi saremo già dentro il Natale. Dimentichi delle crisi energetiche e delle guerre, quelle in corso, sempre più vicine, abbiamo cominciato ad accendere le luci già a novembre, sinceramente troppo presto. Diciamo che abbiamo voglia di far festa, che le feste natalizie ci piacciono e che, per ora, sarà difficile eliminare il Natale o ridurlo a “festa d’inverno” cancellando ogni traccia della bimillenaria tradizione cristiana. 

Per mantenere questa gioiosa tradizione forse è bene non stiracchiarla oltre il consueto. Tra i più bei ricordi della nostra infanzia c’era l’attesa del Natale, fatta di tempi lenti e incanalati progressivamente verso una esplosione festosa che si sentiva oltre ogni apparenza. Non c’era tanta abbondanza, tutt’altro, e neppure c’era l’attuale stordimento commerciale ma c’erano i preparativi in casa, il suono delle zampogne, quelle vere con gli zampognari che giravano nelle strade, c’erano i nostri lavoretti a scuola, le poesie da imparare per poi recitarle a tavola il giorno di Natale e anche quelle letterine piene di promesse e di porporina da metter sotto il piatto dei Papà ma che le mamme avevano già lette. 

Non c’è nostalgia in questa semplice considerazione che condivido con i miei eroici ventitré Lettori. Sanno come la pensiamo perché è scritto nelle fondamenta di “Viva Miglianico” che non si deve tornare indietro, al passato, e non parlo del Natale, ci siamo capiti. 

Il mio vuole essere solo un augurio, che come tale, spera in qualcosa di buono: riuscire a provare ancora quella dolcezza della festa che arriva senza fretta, ritrovando i passi degli incontri cordiali al posto dei veloci saluti, senza caricarla di troppo ma riassaporando tutti i piccoli gusti, di un dolce, di un sorriso, di un abbraccio, che danno il sapore della vera gioia più di ogni pur gradito regalo. 

Buona Domenica   

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