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La letterina del sabato 13 gennaio 2024

 

Care Amiche e cari Amici,

si parte, almeno pare. Si parte per le prossime Comunali che arriveranno però dopo che avremo vissuto la campagna elettorale per le Regionali già fissate per il 10 marzo. Il passaggio elettorale che chiamerà alle urne i corregionali per eleggere il nuovo Governatore e il nuovo Consiglio regionale non dovrebbe creare scossoni qui a Miglianico. Infatti, a meno di sorprese clamorose, non dovrebbero esserci candidati locali. Il che è, a suo modo, una piccola novità, dato che eravamo quasi abituati ad avere uno o addirittura più Concittadini in lista sin dagli inizi di questo secolo. Una novità positiva o negativa? Dipende da come si intende la politica. Il discorso sarebbe lungo. Per ora fermiamoci alla costatazione secca che, se non accade nulla nei prossimi giorni, non ci saranno Miglianichesi tra i candidati alle regionali.

 

Questo dato ha la sua importanza in vista delle comunali, perché consente una certa libertà di manovra ad alcuni e una attesa indolore ad altri. Non significa che non ci saranno poi riflessi sui percorsi vicende che ci porteranno alle comunali. Di questo ragioneremo nelle prossime settimane valutando serenamente e puntualmente gli sviluppi delle vicende locali.

Interessati o meno a quanto si deciderà il 10 marzo, i protagonisti locali sono dunque partiti alla volta del confronto (o scontro?) di primavera. Non abbiamo ancora sconvolgenti novità. Confermo che, per quel che mi consta, non si vedono grandi novità né tantomeno giganti all’orizzonte, con tutto il rispetto che meritano i Concittadini che si affannano a farsi largo o a sostenere chi intende proporsi. 

Ci sono partenze diverse, questo sì. La diversità non può esser già una valutazione di merito o di demerito né una prima stima elettorale. Però c’è e qualcosa forse vuol dire o può significare per chi presta attenzione a certi sviluppi. 

Il Sindaco, Fabio Adezio, che non ha ancora annunciato ufficialmente la sua ricandidatura per il terzo mandato, è impegnato più nelle opere da realizzare, nei progetti da appaltare e nel compiere coi fatti un consuntivo che ad allestire la lista che pure deve integrare sostanzialmente. Non si tratta di ritocchi. Più di metà dei candidati schierati da “Miglianico Cambia” nel 2019 non dovrebbero ripresentarsi. Alcuni che vorrebbero invece rimanere dovrebbero esser convinti a desistere. Qui la novità è obbligata. Se non vuole snaturarsi diventando altro, cioè lista politica o comunque di area, la compagine di Fabio Adezio dovrà “ricomporsi” con robuste iniezioni di materia nuova. So che ne ha non poca a disposizione. Sa che una nuova casa non si tira su in una settimana.  

La-lista-che-potrebbe-esserci, invece, non è ancora tale. Qualcosa sarà forse più chiaro già da qui a mercoledì prossimo, il 17 sera, quando ci sarà la riunione finale promossa dai capi dell’Agorà delle idee per Miglianico. Il mio Amico Silvio De Lutiis sta puntualmente invitando tutti, in particolar modo quelli che hanno partecipato alle sessioni preliminari, alla “sintesi del resoconto programmatico del percorso delle Agorà delle idee che si è svolta nei mesi precedenti in tutto il territorio di Miglianico. Vi invito - scrive Silvio De Lutiis - a partecipare tutti e insieme decideremo i successivi percorsi di questo grande ed entusiasmante esperimento di democrazia partecipativa”. I miei eroici ventitré Lettori sanno che in questo invito non si palesa certo quel lavorio di allestimento della lista di sinistra-centro+M5S che si va narrando da qualche settimana a questa parte. E forse concorderanno con me che l’enfasi che Silvio mette nell’annuncio, parlando di “grande ed entusiasmante esperimento di democrazia partecipativa”, serve a darsi un tono, è dichiarazione di auto-propaganda alquanto lontana dalla sostanza dei fatti che pure, questo va detto con chiarezza, sono positivi, alquanto positivi se si considerano le condizioni di partenza di questo tentativo. 

Poi c’è la-lista-che-non-c’è ma che “rischia” di esser la prima a manifestarsi. Qui non c’è né una novità che si rinnova, tutt’altro. Né c’è il concretizzarsi di un esperimento di democrazia partecipativa. Al contrario. C’è il casting. Una selezione fatta persona per persona. Che parte dal vecchio, il tentativo di ritorno del vecchio che è stato fin troppo facile disvelare ai miei eroici ventitré Lettori già da alcune settimane. Non voglio fare i nomi di chi si sta dando da fare per comporre questa che si presenta come la caricatura dell’Oca Selvaggia. Non ho informazioni certe, di primissima mano, verificate, né ci sono state manifestazioni pubbliche che abbiano “certificato” l’esistenza di questa cosa. Per come viene raccontata, rischia di esser peggio dell’insieme-che-divide, il che non è davvero facile o è semplicemente la sua realtà finale, la sublimazione di quella non-idea. Sinceramente preferisco pensare che i nomi che mi hanno detto esser tra i candidati già sicuri, lo zoccolo duro, quelli che agognano di ricollocare le ormai flaccide chiappe sulle poltrone consiliari per una brama ingiustificabile e non accettabile, alla fine non ci saranno. Lo spero non per avversione personale (alla mia età è una energia introvabile, ndr.) verso Concittadini ai quali mi legano antica Amicizia, sincera simpatia e, quasi per tutti, schietta ammirazione. 

Lo spero perché Miglianico non merita questo. Non merita il ritorno di chi ha già dato (non solo…). Miglianico non merita una lunga e lacerante campagna elettorale interamente rivolta al passato, ad accuse e recriminazioni, a rinfocolamenti di odi sterili ma dolorosi, a inutili personalismi, a poche o a nessuna idea del futuro. Non merita che il confronto si faccia spargendo una inconsistente porporina, incapace di far brillare un certo passato o intonando inni a ritorni di popolazione, attività, coesioni mentre si rischia una partenza dalle aule dei tribunali riportando davvero Miglianico alle più brutte pagine del passato. 

Spero che chi vuole allestire una alternativa che, per i suoi promotori si riduce al puro abbattimento del “nemico Fabio”, cioè all’unica cosa che interessa loro, lo faccia almeno chiamando a raccolta energie tutte nuove, giovani e meno giovani. Anche questi probabilissimamente non sarebbero scevri da strumentale animosità, come ha dimostrato il triste tentativo dell’insieme-che-divide ma almeno sarebbero nuovi, inevitabilmente diversi, distinti se non altro per un fatto generazionale, rispetto a chi si sta togliendo di dosso antiche ragnatele per riaffacciarsi al balcone.

Care Amiche e cari Amici, i giorni che intanto trascorrono continuano a portare notizie di lutti. Vorrei ricordare nel dettaglio, ma non posso per mancanza di spazio. Lorenzo Ferrara, il giovane talento del calcio locale della mia infanzia, il rigoroso ma dolce funzionario dell’ATER, ma ancor di più il simpaticissimo supplente (allora lui doveva esser studente universitario), che quando eravamo in seconda media venne a spiegarci il Teorema di Pitagora, il cosiddetto “ponte dell’asino”. Fu bravo, chiaro, inevitabilmente efficace vista la sostanza dell’argomento. Fu anche molto, molto, molto paziente perché quando chiese, retoricamente, se c’era chi non aveva capito, vide spuntare una manina e per tutto il resto dell’ora di matematica non riuscì a far passare quel ponte al nostro compagno di classe. Dedicò poi il pomeriggio a fare ulteriori tentativi e, alla fine, riuscì nell’impresa. Vorrei ricordare Leone Mennilli, pacifico e sempre sorridente, il primo cantiniere della Cantina Miglianico che, poco dopo l’avvio della cooperativa, si traferì in Emilia Romagna, Tornava in estate riportando tra noi quel suo sorriso mite e solare. Una sera, appoggiato al bancone dei gelati Alemagna nel bar della mia Famiglia, gli chiesi “Leo’, quant’ è costata la Cantina?”. Mi disse che era costata 630 milioni. Avevo poco più di cinque anni e chiaramente non avevo contezza di quanto fosse enorme quella cifra, soprattutto a quei tempi. Quando insistetti nel chiedere quanto fossero 630 milioni mi disse indicando quel banco dei gelati “Nu bancone piene di carte di 10.000 lire” (che erano bigliettoni davvero grandi, ndr.). Risposta meravigliosa ed indimenticabile.

Domani, la Santa Messa vespertina, sarà in suffragio dell’indimenticato e carissimo Renato De Luca a dieci anni dalla sua morte. Ho avuto più volte occasione di ricordarlo qui (clicca qui per leggere il primo ricordo fatto su VivaMiglianico), perché lo ha meritato, anche se non ho saputo mai descrivere adeguatamente i suoi meriti di uomo laborioso ed onestissimo, di Cittadino appassionato e attivo, di grande Presidente della Pro Loco ed infaticabile organizzatore, di Amico generoso e sempre disponibile. I dieci anni che sono trascorsi dall’annuncio della sua morte, che scosse il mio animo quella notte del 9 gennaio, sinceramente non li avevo mai contati perché Renato è rimasto vivo, presente nei discorsi, nei ricordi, nei rimpianti senza che mi fermassi a computare i giorni che passavano senza la sua presenza. Anche quando sono andato al cimitero sulla sua tomba non mi sono soffermato sulle date ma sulla foto, guardandolo come fosse ancora vivo e sentendo solo la sua mancanza.

Buona Domenica     

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