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La letterina del sabato 3 febbraio 2024

Care Amiche e cari Amici,

siamo già a febbraio. Passata la Candelora, che è stata opportunamente celebrata ieri sera con la vivace presenza di numerosi piccoli e piccolissimi alla Santa Messa, oggi festeggiamo San Biagio (Santa Messa e benedizione alle 18:00). No, non sto facendo la spunta sul calendario. Senza scherzare coi Santi, mi sto avvicinando alla breve riflessione che voglio condividere con i miei eroici ventitré Lettori. San Biagio, armeno, vescovo e martire del IV secolo, è comunemente e giustamente conosciuto come protettore della gola. Il semplice salto non riguarda considerazioni legate al peccato capitale dei golosi ma a ciò che nella gola viene generato e da essa esce: la voce. Modulata in senso artistico è canto; agitata nel tono è grido; articolata nell’intento di comunicare è parola. Quando si approssima una campagna elettorale, anzi due visto che una arriva tra un mesetto, l’altra dopo 90 giorni, la parola diventa importante strumento di proselitismo e fascinazione degli elettori.

 

Avvicinandoci a questi periodi nei quali la parola ha anche un compito costituzionalmente rilevante, è bene fare attenzione a ciò che esce dalla gola, alle parole che si andranno a dire. L’invito è generalmente rivolto a tutti noi. In particolare riguarda i candidati e chi, più da vicino, li sostiene. L’affabulazione che punta a convincere, l’eloquio che seduce, la facondia che attrae siano legati il più possibile alla verità, che di per sé assolutissima non è sempre. Non possiamo pretenderla da chi, candidato alla Regione, forse arriverà qui per un’ora al massimo nella sua frenetica campagna elettorale racchiusa in soli 20 giorni. Possiamo però sperarla da parte di chi sostiene e appoggia questi candidati. La verità dobbiamo esigerla da chi, Concittadina e Concittadino, spenderà sé stesso per conquistare consensi non per sé ma per altri. La verità dobbiamo esigerla rigorosamente da parte delle Concittadine e Concittadini che ora van preparando le strategie per le prossime Comunali e poi proveranno ad esser protagonisti o attori di prima, seconda e terza fila nei caldi giorni che precederanno l’8 ed il 9 giugno prossimi. Chieder loro di esser legati alla verità può ridursi “paesanamente” anche alla sola raccomandazione di esser sinceri. Anzi, più che di una richiesta si tratta di un consiglio. Non siamo a New York né a Pechino o in altre città con milioni di persone. Spesso sappiamo direttamente come stanno certe cose che ci vengon raccontate da certuni a modo loro e per loro tornaconto; non faremo fatica dopo a sapere come stavano altre cose che ci son state raccontate artatamente da certuni per interesse proprio. In quel “dopo” si tornerà a vivere in questa stressa comunità con una sorta di etichettatura che i fatti apporranno sul petto di chi non sarà stato sincero. 

Per sincerità devo esser ora più diretto e meno delicato.

Chi sta pensando di tornare in scena, pessimo attore e scadente comparsa in altre rappresentazioni, deve considerare che quelle etichette che rappresentano la coerenza del dire di oggi o di domani con quanto fatto ieri e ier l’altro non si possono staccare dal proprio petto né nascondere gettando fasci di false luci sugli altri. 

Questo in sintesi - i miei eroici ventitré Lettori lo han già capito - è l’invito rivolto a certuni tra i Concittadini a fare con cautela certe mosse, a prendere certe posizioni, a immaginare certi scenari presupponendo che gli altri siano dei babbei o illudendosi che l’ossequio momentaneo ma anche l’interessata adesione di circostanza da parte di pochi o molti Concittadini possano seppellire i giudizi duraturi sulla coerenza, sulla sincerità, sulla affidabilità di quei certuni. “È una questione di faccia”, bollò fulmineamente il mio Amico Rocco Palladinetti “Taccone” l’ardire di un avversario che s’apprestava a fare un pubblico comizio. Certo, dipende poi dalla considerazione che uno ha della propria faccia, per quel che essa rappresenta. Chi non teme rovesci sapendo di averla di bronzo o di altra lega più dura non si cura di questa cautela che oggi mi permetto di raccomandare spassionatamente. 

E tu, staranno chiedendo certi malpensanti frequentatori occasionali di questo spazio di libertà? Rispondo. Consegno la parola allo scritto sapendo questo: lo scritto resta e si affida al tempo, che è galantuomo.

A proposito di candidati, pare sia ormai certa la presenza, nella lista del M5S per le Regionali del 10 marzo, dell’unico candidato miglianichese, Marco De Luca. Sulla partenza anticipata della campagna elettorale rispetto ai tempi legali ho giù espresso una piccola opinione nella Letterina di sabato scorso. Ora, che sia due settimane prima o dopo, la cosa che sembra certa è che un candidato di Miglianico alla Regione ci sarà anche questa volta. Bene. Non sono affatto addentro alle dinamiche del M5S quindi non posso condividere con voi alcun pensiero su come siano state fatte le scelte, sicuramente motivate e coerenti, dei candidati di quella lista. Confermo però, innanzitutto e soprattutto, che, come a tutti quelli che l’han fatto in precedenza, anche a Marco De Luca, oltre alla sincera stima personale, va riconosciuto il merito di aver avuto coraggio e determinazione nel candidarsi in una competizione che facile non è mai stata, in particolare per chi parte da un piccolo centro che non può garantire migliaia di voti locali. Coi 5Stelle però non si sa mai… Gli auguro, perché lo merita per i motivi di cui sopra, di avere il massimo possibile. Spero per lui che non si faccia tentare dal fare uscite meschine e niente affatto produttive elettoralmente come quelle prodotte da graziose meteore apparse sul cielo elettorale di Miglianico. Qualche giorno fa alcuni Amici hanno provato a sfriculiarmi: “Voglio vedere ora come ti metti tu che hai chiesto il voto utile per i Miglianichesi”. Premesso che forse sono stato tra quelli che questa motivazione l’hanno inventata qui e che effettivamente l’ho utilizzata più di una volta quando sono stato a capo della Sezione locale di un Partito, ho ricordato a chi mi stava amichevolmente provocando che non ho chiesto il voto per tutti i candidati di Miglianico in tutte le occasioni. Una motivazione è buona come tale ma per restare buona deve essere legata a cose buone per la nostra Comunità. Non può esser inflazionata sennò poi non vale più niente. Ma non sfuggo dal nocciolo del discorso introdotto da quella provocazione. Il nostro Concittadino candidato deve ancora presentarsi ai Cittadini, deve dire cosa ci sta a fare in lista e cosa intende fare per Miglianico, che è al centro della nostra attenzione. Su questo dovrà esser valutato oltre che sulla sua appartenenza politica e sullo schieramento che sostiene in questa tornata elettorale. Nel mentre cercherò nella mia memoria e chiederò ai miei Amici di farlo per loro conto alla ricerca della posizione assunta - se ve n’è stata una ufficiale - dal neo-candidato Marco De Luca nei confronti degli altri Concittadini candidati che ho sostenuto alle Regionali o al Parlamento (vedi il Carissimo Antonello alle ultime politiche). È ovvio che non si può pretendere per sé quel che non si è riconosciuto agli altri anche se le condizioni possono essere leggermente diverse e uno può candidamente ammettere che “prima” lui non c’era. Purtuttavia c’è sempre una prima volta in tutte le vicende umane, anche in politica. Per crearla nel migliore dei modi e nella maniera più rapida ed efficace, sarebbe, ad esempio, utile e bello vedere cosa faranno i suoi attuali compagni di attivismo civico nella “Agorà delle idee per Miglianico”: si schiereranno decisamente ed apertamente al suo fianco per sostenerlo in questa prova impegnativa? O ciascuno sospenderà la solidarietà per riprenderla dopo il 10 marzo svicolando verso altri candidati di altri partiti? Oggi mi vien difficile immaginare che il mio Amico Silvio De Lutiis e il co-segretario del PD locale, l’Amico Gabriele Sisofo, si mettano a far campagna elettorale per un candidato del M5S pur se loro stretto alleato di coalizione regionale e, tra poco, anche comunale. 

Ma le sorprese son tali perché impreviste e, se accadono, generano stupore. Chissà.

Buona Domenica.

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