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La letterina del sabato 24 febbraio 2024

Care Amiche e cari Amici,

ieri sera è tornata l’Agorà delle idee per Miglianico. È stata una magnifica serata. Non ne ero certo dopo l’(in)atteso atto di violenza inferto allo spirito di quella iniziativa da Silvio De Lutiis. Eh sì. con la sua ultima uscita pubblica (quella in carne e ossa del 15 febbraio scorso, non quelle social, innumerevoli e difficili da concatenare) il mio Amico Silvio De Lutiis ha dato all’Agorà un colpo che poteva e può ancora esser letale, lacerandone lo spirito iniziale civicamente propositivo e non competitivo elettoralmente sempre dichiarato e fortemente riaffermato dall’Amica Daniela Palladinetti il 17 gennaio scorso. I miei eroici ventitré Lettori hanno ben capito. Mi spiego meglio a beneficio di chi ama frequentare occasionalmente questo spazio di libertà.

 

Se Silvio De Lutiis si mostra, si dichiara, si autoincensa come parte fondante e determinante della iniziativa civica denominata “Agorà delle Idee per Miglianico” e poi si mette a far guerra a una o più delle parti che si propongono come candidate alle comunali, mette a repentaglio la credibilità basilare di quella iniziativa, mostra di snaturare la sua identità essenziale, vanifica anche lo sforzo di chi sinceramente ci crede e si sta impegnando per la costruzione del programma da “donare a tutti”. Un programma, ricordiamocelo, che i futuri candidati dovrebbero accogliere ed adottare, si badi bene, con il supporto e il controllo della stessa “Agorà”, che, per sua stessa auto-definizione è quindi destinata a durare nel tempo restando con la sua indipendenza ed equidistanza dai contendenti del giugno prossimo. 

Dicevo che ieri sera, ignara del danno subito o a dispetto di chi lo ha prodotto, l’Agorà è tornata a fare la sua parte secondo il calendario che si sta dando. Protagonista della serata è stata l’attenzione al territorio/urbanistica con la partecipazione qualificante, affascinante, coinvolgente e molto, molto, molto efficace della professoressa Elena Granata, docente al Politecnico di Milano e Vice Presidente della Scuola di Economia Civile, mica una così, collegata da remoto. La relatrice ha lanciato idee innovative, a portata di mano, coinvolgenti e non divisive che sono partite e puntano su un concetto di base legato a quella che sembra un dilemma apparentemente trito, banale, generico ma che contiene la strategia del futuro: Una Comunità deve decidere essenzialmente se vuole essere la periferia di altri o il centro di qualcosa”. Ha poi spiegato agilmente ed in maniera molto comprensiva quel che si può fare anche in tempi rapidi senza attendere le scadenze della classica pianificazione. Non posso ora ripercorrere nel dettaglio quanto ha illustrato ai fortunati presenti, non voglio farlo tra l’altro perché gli assenti in certi casi hanno più torto del solito. Devo però raccontare ai miei eroici ventitré Lettori alcuni passaggi che sono stati godibili sul piano delle vicende locali più attuali. Dopo la presentazione della serata da parte dell’Amica Daniela Palladinetti, la professoressa Granata ha chiesto informazioni su Miglianico. Le sono state fornite esaustivamente, soprattutto quelle in campo di efficienza energetica degli edifici pubblici locali, dal Sindaco che, rispondendole, le ha comunicato di esser al suo secondo mandato. Ebbene tra le considerazioni fatte dalla professoressa Granata ce ne sono state alcune fulminanti, nel senso che hanno tramortito alcuni dei presenti. Ad esempio ha detto che per avviare progetti innovativi “è importante la continuità amministrativa” (tradotto, meglio che continui a governare chi c’è) o che Miglianico ha già fatto tanto che si trova davvero a buon punto per avviare progetti di avanguardia (a quel punto i sedicenti volontari “litigiosi” hanno preferito abbandonare la sala). Che spettacolo! Arrivo alla bella conclusione: la professoressa Granata “già innamorata di Miglianico” verrà qui, probabilmente ad aprile, a spiegarci cosa è un piano climatico e come si può fare pianificazione urbanistica innovativa in tempi brevi e con ampia coesione sociale.   

Torno al mio Amico Silvio De Lutiis. Sapendo che non frequento i social ma che le mie sentinelle sono alquanto efficienti, mi ha riservato l’onore di una citazione alla quale ha legato la sua risposta a quanto da me scritto nell’ultima Letterina.

Non voglio annoiare i miei eroici ventitré Lettori ma devo loro il chiarimento indispensabile affinché abbiano il contributo utile e capire meglio le cose e, quindi, a formarsi una libera opinione in merito.

Va detto innanzitutto questo: il mio Amico Silvio non ha smentito nulla e, sostanzialmente, non ha risposto al 90% delle notazioni fatte da me sulla sua performance di candidato/esploratore. Ad esempio non ha detto come ha fatto un gruppo di volontari ad assurgere a soggetto politico-amministrativo e ha nascosto a tutti che quel gruppo non ha fatto alcuna riunione per decidere candidature da proporre alle prossime Comunali. Non poteva rispondere, non poteva chiarire né questo né altro  se non avvitandosi ancora nelle ripetute contraddizioni che lo stanno avvolgendo da quando si è fatto incoronare candidato/esploratore dal PD, il che sta facendo non proprio a vantaggio del PD, visti i nomi che va sostenendo.

Lui non lo ha fatto. Gli devo ricordare che la nostra analisi comune non ha mai caricato su Sindaco a Amministrazione comunale alcuna responsabilità sul “sociale” e che abbiamo sempre addebitatole colpe sulle lacerazioni allora (ed ancora) presenti a Miglianico alla perversa azione dell’insieme-che-divide. Essendo quella l’unica analisi vera non potevamo che essere d’accordo. Allora, quando non era ancora previsto il terzo mandato dei Sindaci nei Comuni sotto i 5.000 abitanti, siamo arrivati anche alle stesse ipotesi operative. La più semplice era individuare un elemento di “Miglianico Cambia” capace di portare con sé l’intero gruppo di maggioranza (nel quale c’erano elementi diciamo “graditi” al PD) e di innestare nuovi elementi per sostituire le caselle che sapevamo sarebbero rimaste vuote. I nomi erano due: l’attuale vice-Sindaco, avv. Ester Volpe, affidabilissima, e l’assessore Giuseppe Pino Timperio che coniugava capacità operative soprattutto per progetti moderni e complessi con quello che possiamo definire un ecumenismo inclusivo, cioè in grado di portare tutto il gruppo di “Miglianico Cambia” con sé nel momento dell’apertura a chi non provenisse da quella esperienza civica allo stato puro. Questi nomi erano stati individuati come consiglio da dare a Fabio Adezio al momento delle decisioni allora non vicine. Ovviamente né lui né io avevamo chiesto e verificato le disponibilità dei soggetti individuati. Era una analisi a distanza condivisa tra Silvio e me (ma non solo noi due come potemmo verificare rapidamente in quei giorni). Ambedue consapevoli di dover trovare anche un “piano b”, sempre da suggerire, siamo giunti, separatamente ma contestualmente, alla stessa soluzione di un nuovo candidato Sindaco amico ma esterno alla lista di “Miglianico Cambia”, che avrebbe dovuto essere appoggiato, anzi proposto e lanciato da Fabio Adezio. Quel nome non l’ho fatto perché, come spiegai allora ai miei ventitré Lettori, lo avrei bruciato ingiustamente perché sono io quello antipatico. Lui, Silvio, non lo ha mai fatto. E questo mi è sembrato strano in una certa fase. Spero che non lo abbia messo nell’uovo di Pasqua perché sarebbe una operazione irrispettosa per la persona in questione ed anche per altro. Quella ricerca delle soluzioni possibili si è interrotta, è stata congelata con l’arrivo della legge che consente il terzo mandato del Sindaco. Ambedue eravamo consapevoli (io lo sono ancora, quindi non è una visione distorta) che la prima parola, come sempre, spetta al Sindaco in carica e a nessun altro, men che mai ad un candidato/esploratore. In tale veste, lui, partito lancia in resta con accordi farlocchi o comunque non lineari politicamente, è costretto oggi ad arrampicandosi sugli specchi a caccia di pretesti. Nel farlo riprende addirittura temi di facciata utilizzati dall’insieme-che-divide, cioè populismo allo stato puro.  

Nel diluvio dei sui post che si inseguono l’un l’altro faticosamente senza colmare quei voti che evidenziano le contraddizioni, Silvio - mi fermo a ier l’altro ma immagino che il diluvio sia proseguito - ha ri-precisato, aggiustandole a piacere, le ipotesi che, secondo lui, si possono perseguire. Ora è arrivato a queste tre ipotesi: una lista fatta “partendo dall’esperienza dell’Agorà allargata ad associazioni del territorio e civismo democratico” (che paroloni), “in questo caso la sfida sarebbe a 3”; un “compromesso alto per una sola legislatura di emergenza tra centrosinistra e centro destra” ma senza “minestroni anti-Fabio”; “un accordo civico con un candidato condiviso per arrivare al completo rinnovamento della classe dirigente”. Incommentabile. 

Come può parlare di “legislatura di emergenza”?! 

Il mio Amico Silvio De Lutiis ristruttura ipotesi teoriche ma sa che per il superbonus è tardi.

Salvo le sorprese alchemiche che la politica riesce sempre a generare anche in pochi giorni, il mio Amico candidato/esploratore del PD deve tirare a campare fino al 10 marzo coi suoi rilanci per capire come andrà la sinistra a Miglianico. Poi, da solo o coi suoi, dovrà decidere.

Nulla è ancora ufficiale ma per ora la situazione è questa.

C’è la candidatura del Sindaco, Fabio Adezio che sta allestendo la lista di “Miglianico Cambia”. Secondo Silvio De Lutiis è “l’usato sicuro” che alla fine verrà scelto dalla maggioranza degli elettori di Miglianico. 

Sta per aprire la sua prestigiosa sede in piazza la sedicente “squadra coesa e competente” (quanta modestia!) che promette di importare a Miglianico, non si capisce da quale nazione esotica, “la Democrazia, la Legalità e la Libertà” dimenticando che la nostra amata Miglianico non è in Sicilia né in Iran o in Russia con ciò offendendo tutti noi. E questo tragic-team annuncia di voler allestire un allevamento per una nuova classe dirigente allattata da Amiche ed Amici che assommano decenni di occupazione delle poltrone consiliari e dei quali non si vedono icone con fiori e luci votive nelle case dei Cittadini. Di logora schiera che sappiamo hanno anche certi difetti genetici come la raccolta firme per bloccare progetti pubblici quando sono finanziati ed appaltati: ora pare vogliano “salvare la scuola media”. Saranno mica già affezionati ai beni che furono dei Foppa-Pedretti!? 

Piacciano o no, questi sono i competitori che potranno vincere le prossime comunali. Il mio Amico Silvio De Lutiis lo sa meglio di me. Ora lui può uccidere l’Agorà e scimmiottare il campo largo per fare una lista di sinistra che, secondo quel che oggi si può ragionevolmente prevedere, farebbe terza e sarebbe poi accusata di aver fatto vincere questo o quello. Può scegliere con chi vincere o rimangiandosi la bocciatura del terzo mandato di Fabio Adezio o calpestando le proprie idee politiche per allearsi con la destra che non potrà mai spacciare per gruppo civico. Può infine brigare sottobanco per far vincere la destra pur di eliminare Fabio Adezio senza allearsi ufficialmente, perdendo due volte. Se non trova una soluzione migliore da qui al 12 marzo la prospettiva che sta disegnando al suo PD non appare certo rosea. 

Al mio Amico Silvio De Lutiis piace fare l’opposizione, non governare. Quelli del PD però sono meno complicati, preferiscono vincere e governare.          

Infine, per la stima e la simpatia che ho per lui, gli devo questa ultima precisazione. Silvio pensa che Fabio Adezio sia bravo, anzi sia stato bravissimo ma non sa operare nel sociale. Forse solo perché, secondo alcuni Concittadini, ha gestito in un certo modo una determinata fase del vecchio Gruppo della Protezione Civile Comunale. Il quale, va detto, stava diventando forse un po’ autoreferenziale e aveva dimenticando che il capo della Protezione Civile, istituzionalmente, è il Sindaco pro-tempore. È questo il delitto? Da qui la condanna senza appello? Non esageriamo. 

Ammettiamo che Silvio trovi (lui pensa di averlo trovato, anzi gliel’hanno trovato, ndr.) un candidato sindaco che sa sparare promesse social-coesive. Ma se poi questo sindaco perderà parte o tutti i finanziamenti già ottenuti o, peggio, si “distrarrà” nel momento della realizzazione delle opere, cosa resterà per i progetti sociali, dove troveremo i denari per attuarli e portarli avanti? Basterà il paternalismo, basteranno i sorrisi di circostanza ed anche 500 caffè al giorno in tutti i bar del territorio per avere una buona amministrazione. Basteranno gli abbracci per non far aumentare le tasse. Basteranno i saluti a mani aperte per evitare che pochi si rimpinzino nelle mangiatoie ripristinate per loro? Lui, in sinistrese, dirà che la sinistra vigilerà e incalzerà, controllerà e tutto quel che si può dire propagandisticamente. Poi, tra cinque anni, lui sarà contro quel Sindaco se, e ne sono sicuro, avrà resistito ad esserne complice. Anche questo è un circolo tragico, caro Silvio.  

Buona Domenica.

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