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La letterina del sabato 23 marzo 2024

 

Care Amiche e cari Amici,

in piazza sta andando in scena la demolizione della vecchia scuola media. A suo modo è un evento epocale perché, a parte l’eccezione forse della piazzetta davanti al Municipio rifatta più volte, è la prima (grande) opera pubblica che molti Miglianichesi hanno visto sorgere e demolire nell’arco di una vita. Lo spettacolo nello spettacolo è il pubblico cosiddetto non pagante. Come nel calcio siamo tutti CT e nella cucina siamo tutti chef o intenditori di ristorazione (sul pesce siamo sempre super-esperti), in questo caso siamo tutti Sindaci, imprenditori edili e soprattutto tecnici. C’è chi mostra tanta competenza descrivendo i lavori in corso, altri, ancor più competenti scrollando il capo in un continuo passare e ripassare. I più colti ed aggiornati sanno perfettamente ora tutte le cose che avrebbero fatto con “tutti quei soldi” se avessero deciso loro, avendo però saltato nei loro molti studi tutti i paragrafi relativi ai procedimenti amministrativi, restando quindi al pur vasto scibile da bar. Non è il caso di citare chi commenta sui social perché siamo oltre il tragicomico. 

La nostra gioventù è stata più fortunata o forse eravamo solo capaci di meraviglia. Quando vedevamo all’opera un escavatore, una pala meccanica, un camion ribaltabile, poi le prime betoniere, contemplavamo uno spettacolo semplicemente nuovo; avevamo stupore e curiosità davanti alla potenza di quei mezzi se confrontata al lavoro manuale di prima e che ancora continuava nei piccoli cantieri edili. Davanti ad un’opera che si andava realizzando c’era un ammirato compiacimento campanilistico, la gioia di chi apprezzava le cose che si facevano, pur restando poi nei recinti delle proprie appartenenze politiche nel distribuire meriti e demeriti. Oggi il pre-giudizio non ha stupore, i trinciatori di sentenze sono aridi di meraviglia, gli avvelenati postatori non hanno animo per Miglianico.  

Per fortuna, nelle macerie del cantiere, ben triturate come da protocollo, finiranno tutte le saccenti chiacchiere di questi giorni. Tra meno di due anni ci sarà l’opera che cambierà il modo di ammirare, di goderci e di vivere il nostro centro cittadino.

Domani, con la Domenica delle Palme, inizia la Settimana Santa, “momento forte” della vita liturgica per i Cattolici. Aldilà della fede, ci sono riti e appuntamenti che emozionano perché sono nella nostra vita sin da quando eravamo bambini. È scemata forse una certa ritualità folclorica e ha trovato miglior collocazione quella spirituale. Non si fanno più i sepolcri alla vecchia maniera, non ci sono i “Giuda” col bastone alla processione del Venerdì Santo, non si sentono più le “tattavelle” che scandivano le ore quando le campane venivano “legate” (le corde venivano davvero ritirate su nel campanile nei giorni del triduo pasquale), la Santa Messa della notte di Pasqua era più breve ma non meno intensa, la Pasqua era ovviamente diversa e meno consumistica. Non c’erano le attuali e forse troppo arrendevoli “attenzioni” verso chi cattolico non era. Insomma molto è cambiato ma certe emozioni restano. Meritano di esser vissute ancora.

Più che restare è tornata, sta cioè tornando, grazie al Comitato Feste presieduto dalla carissima Olivia Sarra, la Festa di Sant’Antonio a Cerreto. Negli ultimi anni l’avevamo saltata, diciamo così. Abbiamo rischiato di perderla per sempre come accade alle tradizioni non rinnovate costantemente. Quella che da noi si celebra il Lunedì dell’Angelo, come quella di San Rocco, è una festa che ha una sua collocazione atipica rispetto alla data riservata in calendario a Sant’Antonio Abate. Anche questo è un motivo per conservarla e, se possibile, darle una sua solida continuità che non è necessariamente uno spettacolo in più ma la riscoperta e la valorizzazione della sua tradizione plurisecolare. 

Domani, alle 18,30, con partenza da Piazza San Giustino, a Chieti, ci sarà la 51^ edizione della “Via Crucis dei Lavoratori”, organizzata dalle ACLI provinciali, di cui è Presidente il professor Antonello Antonelli, e presieduta da mons. Bruno Forte. Anche quest’anno Miglianico sarà presente con una delegazione guidata dal Sindaco, Fabio Adezio. L’invito a partecipare è rivolto a tutti. Sarà bello esser in tanti anche domani pomeriggio.     

Potrei concludere qui questa Letterina.

Ma devo obbedire ad alcuni dei miei eroici ventitré Lettori che, molto attenti e “motivati”, mi hanno chiesto una precisazione su uno degli interventi social più sgangherati degli ultimi mesi: il commento alla Letterina di sabato scorso postato dal signor Tiziano Cicchitti, non nuovo a questi interventi, su questo spazio di libertà, termine che lui, non conoscerà mai nel suo significato neppure se mangiasse dieci vocabolari. Quel signore, benché non citato nella Letterina ma evidentemente dotato di delicatissima coda di paglia, con piglio anche volgare ha voluto malamente commentare il passaggio di una lucida analisi post elettorale che faceva riferimento alla inefficacia dell’attività di propaganda attuata a Miglianico a sostegno di un candidato (neppure lui citato, ndr.) anche attraverso l’offerta mattutina di robuste colazioni. Ho scritto “Il loro candidato, con tutto questo appoggio vocale e mangereccio, ha addirittura perso 13 voti rispetto al 2019”. Nulla più, nulla meno circa un fatto legato ai numeri. Il tizio, male attrezzato sul piano dialettico, avrebbe potuto replicare con una sua analisi, avrebbe potuto tacere ignorando con atteggiamento di superiorità, ha scelto di insultarmi. E lo ringrazio, perché ogni suo insulto è per me una lode, conta come titolo di merito. Non potendo o non volendo dir altro, ha distorto meschinamente la verità storica. Ha lanciato accuse che rimbalzano sulla sua faccia di bronzo illuminandola di penosa ridicolaggine. Peggio di lui ha fatto chi ha likeato il suo scritto (suo? o solo postato da lui?). In ogni locale, quando non sono ospite, pago il dovuto, ho sempre pagato, come facciamo tutti. Quando andavamo a cena ai tempi della DC e poi anche dell’UDC, se non era stato concordato prima il prezzo, è stato sempre Nicola Mincone a raccogliere le nostre quote. Questo lo possono testimoniare tutti e chi ha buona memoria sa che la mia preferenza è sempre stata per il tartufo al cioccolato. Cosa può averlo indotto a stravolgere strumentalmente i fatti? Forse quel che gli ho ricordato un paio di anni fa. La sera del 28 marzo 2022, ospiti della meravigliosa Lady Chef, Antonina Di Giacomo, raccontai, lui presente, agli Amici Accademici anch’essi invitati l’aneddoto di quando Nicola Mincone fece direttamente lui il conto in modo simpatico e assommò una serata a base di pizza per 6/7 persone a 2.500 lire. Questi i fatti, simpatici, banalmente semplici, veri. Lui li aggiusta a modo suo perché ama la polemica.A nu ci piace a litigà”, questo è stato il suo unico contributo alla riunione della “Agorà delle idee per Miglianico”. E per questo “litigà” si è reso sempre protagonista nelle riunioni preparatorie del Tornei estivi di Calcio Cittadino che misero a durissima prova la pur infinita pazienza di un galantuomo come Renato De Luca. Non si può discutere con chi ama “lu litigà” se non si è portati al litigio fine sé stesso, quello del tifoso col paraocchi e col cervello senziente scollegato. Il tizio è conosciuto per questa sua vera essenza sociale. Aggiungo, per rispetto della dignità, che in materia di convivialità sia per educazione sia per formazione sia anche per titoli accademici potrei dargli lezioni. Non lo cito oltre perché, abbassatosi al livello del suo scritto, non merita alcuna propaganda e men che mai su questo spazio di libertà dove soggetti da par suo sono sempre a disagio e scivolano in ridicole cadute di stile e di serietà. Purtuttavia, siccome mi fa tenerezza e continua a essermi simpatico, voglio fargli un dono. Un’Amica mi ha telefonato: “Vatti a rileggere quel che hai scritto proprio cinque anni fa”. In effetti scrissi cose relative alle imminenti elezioni comunali del 2019 che potrebbero essere riscritte oggi con la stessa efficacia. L’invito della mia eroica Lettrice però non era limitato a questo “complimento” che voleva farmi. C’era un passaggio che l’aveva intrigata. Il passaggio de “La Letterina del sabato 23 marzo 2019” è questo, con i necessari omissis (chi volesse potrà rileggere integralmente quella Letterina ed anche quella la precedette nella loro nuova e perdurante attualità).

“…(omissis) deve avere (omissis) una straordinaria capacità di capire fischi per fiaschi quando mi legge. …(omissis) esponendo il suo punto di vista che rispetto sinceramente, si è messa su un alto piedistallo. Mostra di giudicare da un alto scranno. Evidentemente ci si deve essere auto-elevata poggiandosi sulle sue doti personali, morali e religiose di altissimo livello. … (omisis)… mi sono reso conto di essere veramente troppo in basso rispetto a lei. Anche mettendo tutte insieme le poche forze che mi restano non riuscirei mai ad arrivare al suo livello. Non spreco energie per questo. Anzi, accetto con gioia la mia condizione di inferiorità nei suoi confronti. Spero che questa differenza resti e sia evidente (omissis). La diversità è sempre una ricchezza in democrazia. È un problema da eliminare per chi è intollerante, razzista, classista, stalinista o nazi-fascista (che sono la stessa cosa alla radice). Amo questa diversità, non voglio essere confuso con chi ha tanti meriti e siffatte doti personali, come con chi ha demeriti e non ha doti apprezzabili”.

I miei eroici ventitré Lettori avranno ben ricordato, anche notando alcuni passaggi, che le considerazioni erano rivolte ad una donna. Fu la dottoressa Nada Rosa che meritò tanto ossequio. Lei era stata più clemente con me, non aveva evidenziato la mia poca intelligenza, che non è una colpa, è una condizione naturale della persona. Il tizio lo ha fatto per umiliarmi, dimenticando però che quella poca intelligenza la dovetti usare nel 2004 per farlo eleggere consigliere comunale, per sostenerlo come assessore e poi tollerarlo nella fase della rotazione deli assessori. Il seguito di quella vicenda andrà raccontato in un prossimo appuntamento, anzi, dovrebbero raccontarlo altri.

Il tizio ora gongola perché pensa di esser tornato protagonista. Con il sindaco-padre è riuscito a far partire questa scimmiottatura 2024 dell’operazione walchiria. Spero di rivederlo alla prova della candidatura, almeno sarà costretto ad argomentare proposte e non pretesti per “litigà”.

Care Amiche e cari Amici, sapete che ci sono novità interessanti sul fronte politico-amministrativo, ma non entrerebbero adeguatamente in questa Letterina già piena di quel che avete letto fin qui. Oltre alla seconda e alla terza lista, che restano in piedi e divise nonostante l’incontro di lunedì notte per creare il “fronte impopolare” del tutti-contro-Fabio, oltre alla risistemazione delle date per le comunali, non più 8 e 9 giugno (sabato e domenica) ma più canonicamente 9 e 10 giugno (domenica e lunedì), oltre a tanto altro, ci potrebbe essere una grande novità, ora remota, non certa ma neppure impossibile, una novità di quelle davvero sconvolgenti.

Prima di chiudere, metto qui il saluto affettuoso ed i segni del mio sincero cordoglio per la cara Maria Ricci vedova De Lutiis che ci ha lasciato ier l’altro. La sua morte è arrivata dopo un secolo di vita. Resta intatto e vivissimo il ricordo di lei legato alla mia infanzia, essendo Maria l’adorata Mamma di Roberto De Lutiis, compagno di scuola e di giochi, quindi, come le altre, una nostra Mamma, sempre vigile ed attenta, sempre presente con quello stile proprio delle straordinarie Donne abruzzesi di esserci sempre anche senza farsi vedere, presenti ed autorevoli anche senza dire una parola. Che Dio l’accolga in quel sorriso eterno rispetto al quale la sua lunga vita terrena è stato un bellissimo battito di ciglia.

Buona Domenica       

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