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La letterina del sabato 30 marzo 2024

Care Amiche e cari Amici,

chiudiamo una settimana intensa, carica di avvenimenti e di ricorrenze così importanti che non possono esser dimenticati in questa Letterina pur destinata agli auguri di Pasqua. Dimenticherò volentieri, proprio perché siamo in clima pasquale, le saccenti lezioni di chi ora si atteggia addirittura a professoressa dei comportamenti e della psicologia umana e che il copia e incolla delle lezioncine motivazionali in ambito di formazione aziendale è un esercizio stucchevole che denota la povertà di argomenti e la inconsistenza delle proprie posizioni oltre che una preconcetta avversione che forse la diverte ma la espone a continue iniezioni di ridicolo.  

Vorrei ripercorrere le cose più significative in ordine cronologico e spero di non commettere errori nella sequenza.

 

Parto da un manifesto, strumento sempre più raro ma non per questo obsoleto. È quello con il quale il nostro Concittadino, Marco De Luca, ha voluto ringraziare quanti lo hanno votato alle ultime regionali. Aver ringraziato è stato un bel gesto, segno di buona educazione personale e di rispetto per i Cittadini elettori. Non tutti i candidati, quando il risultato delle urne non li premia, si ricordano di dire “Grazie” a chi li ha votati, soprattutto nella stessa forma con la quale hanno chiesto loro il consenso. Ricordo che, avendo usato strumenti social, Daniela Palladinetti lo fece cinque fa, anch’ella come candidata alle regionali, così come lo ha fatto recentemente Antonello Antonelli candidato alle ultime politiche. Lo ha fatto ora Marco De Luca al quale va un sincero apprezzamento, sperando che non rovini tutto con scellerate scelte divisive a livello locale, anche perché penso che sappia che il tenore e la quantità del sostegno cambia non di poco quando si tratta di elezioni diverse. Del resto, ormai lui deve navigare verso orizzonti più ampi e coesivi, non può bruciare il suo entusiasmo in piccole baruffe senza costrutto.   

Ier l’altro, grazie al segno proposto dai Familiari, abbiamo ricordato i Fratelli Carlo ed Aldo Zannolli nell’80° anniversario del loro martirio come testimoni della libertà e della lotta all’oppressione. A loro è intitolata la via cittadina che, oltre ad aver soppiantato nella toponomastica locale la “via per il paesino a sud di Miglianico”, oggi dà accesso al polo scolastico cittadino: questo è molto importante per alimentare la memoria di quegli eroi e del loro sacrificio. I Familiari dei Martiri Zannolli hanno voluto rinnovare quell’eccidio di 80 anni fa con parole mirabili delle quali siamo loro davvero grati perché contengono moniti importanti e sempre attuali. Possono cambiare i colori delle divise, i vessilli delle compagini, i suffissi delle desinenze “isti” ma i valori fondamentali di libertà e convivenza civile da difendere non devono mai cambiare.

Forse ignari o comunque indifferenti a tanto anniversario, alcuni Concittadini hanno dedicato la mattinata del 28 marzo a diffondere, con rapidità e grande accanimento territoriale, notizie false e strumentali propalandole anche nella acclarata inconsistenza delle loro insinuazioni. A questo, dunque, si son già ridotti quando mancano ancora non pochi giorni alla presentazione delle liste?! La mattina di mercoledì, con uno spiegamento di mezzi che ha fatto oggettivamente scalpore, sul cantiere del nuovo Centro Famiglia, sono arrivati Carabinieri, Carabinieri Forestali e addetti dell’Ispettorato del Lavoro. L’opera di demolizione della vecchia scuola media si è ovviamente fermato e son comparsi come d’incanto gufi e avvoltoi intenti a scattare foto. Sapevano? Erano lì per caso? Son strati solamente molto rapidi ad arrivare al primo “allarme amichevole”? Non so. Pare, però, che abbiano immediatamente diffuso notizie su “fermo dei lavori”, “cantiere sequestrato”, addirittura “sindaco indagato”. Ma gli è andata male. Dopo due ore i lavori sono ripresi, il cantiere è stato riaperto e il Sindaco era divertito. Voglio credere a chi mi ha detto che si è trattato di controlli normali che si fanno sempre in tutti i cantieri. La mia esperienza, vissuta quando stavo facendo casa, mi ricorda che così non è. Però voglio pensare che sia stata una coincidenza. Altrimenti saremmo in un clima davvero poco simpatico. La battaglia elettorale si annuncia lacerante, purtroppo più divisiva di quella del 2019, perché a divisori pare si vadano aggiungendo, seppur in diversa schiera, divisori litigiosi. Spero di sbagliarmi perché Miglianico non merita questo e sappiamo che poi ci vorranno mesi per provare a sistemare almeno le cose essenziali. Avrei preferito fermarmi al caso che scherzosamente (anche se si tratta di cosa molto seria) potrebbe esser presentato come “Il mistero dei NAS”. Fatte le dovute proporzioni, è un mistero che in un primo momento sembrava sfidasse quello delle piramidi. Ma poi abbiamo avuto chiare assicurazioni che sarà svelato prestissimo, carte alla mano. Il che, speriamo, riporterà la serenità che deriva dalla chiarezza delle cose certe, anche se dovesse poi essere un passo amaro per qualcuno, cioè per chi avesse davvero mosso e sollecitato certi interventi, che sono e restano stupidi, improduttivi, inutilmente dannosi, addirittura controproducenti. Purtroppo non è una novità. Non sappiamo ancora, almeno non so, chi mandò i NAS a controllare gli stand de “Le Contrade del Piacere” quattro/cinque anni fa con il chiaro intento di bloccare la nostra Sagra più importante. E non dobbiamo dimenticarlo. 

Care Amiche e cari Amici, mi piacerebbe poter scherzare su queste cose appena narrate riducendole a simpatici misteri o a interventi di routine. Purtroppo so come è andata la stagione delle denunce fatte per motivi politico-amministrativi qualche decennio fa, a partire dagli anni ‘70 del secolo scorso. A pagare poco o molto, furono solo i Miglianichesi. Non pochi Concittadini dovettero pagare avvocati, multe, sanzioni penali. Pagarono col dolore che lacera chi passa da normale Cittadino a condannato per essersi trovato in mezzo a una guerra tra potentucoli del posto, ispiratori-autori delle denunce quasi tutte anonime e rimasti non sfiorati dalle conseguenze penali. Auguro a Miglianico e ai Miglianichesi di non rivivere quella stagione. Le battaglie politiche si fanno in altro modo. 

Domenica scorsa la Via Crucis dei lavoratori ci ha regalato momenti di grande riflessione anche su questo nostro vivere le rispettive Comunità locali, amplificati nella loro profondità dall’averle potute ascoltare in Cattedrale senza le inevitabili distrazioni del percorrere il centro storico di Chieti in corteo. Voglio condividere con i miei eroici ventitré Lettori un passo molto bello. È un invito ad impegnarsi, certamente per la propria parte, mantenendo però una visione di vera Comunità alla base dell’agire Il testo è del professor Giorgio La Pira, costituente e poi Sindaco “santo” di Firenze:

Ogni città racchiude in sé una vocazione e un mistero: voi lo sapete: ognuna di esse è da Dio custodita con un angelo custode, come avviene per ciascuna persona umana. Ognuna di esse è nel tempo un'immagine lontana ma vera della città eterna. Amatela, quindi, come si ama la casa comune destinata a noi ed ai nostri figli. Custoditene le piazze, i giardini, le strade, le scuole (…) fate che il volto di questa vostra città sia sempre sereno e pulito. Fate, soprattutto, di essa lo strumento efficace della vostra vita associata; sentitevi, attraverso di essa, membri d'una stessa famiglia: non vi siano fra voi divisioni essenziali che turbino la pace e l’amicizia: ma la pace, l’amicizia, la cristiana fraternità fioriscano in questa città vostra come fiorisce l’ulivo a primavera!”

Torno un attimo alla vecchia scuola media per qualcosa che torna dal passato e trova finalmente giustizia, con ciò offrendo anche un grande insegnamento a tutti noi. Nel cedere alla forza dei moderni mezzi meccanici, quella struttura ha mostrato la qualità della sua realizzazione, oggi non più consona ai criteri antisismici richiesti per gli edifici pubblici ma allora di eccellente qualità. Quella scuola, morendo ha restituito tanto di onore a Gabriele e Delmo Adezio, ai loro Collaboratori e ai loro dipendenti della “F.lli Adezio”, oltre che all’ingegnere che progettò e vigilò sulla realizzazione del cemento armato, novità costruttiva del tempo. Ora tanti non lo ricorderanno o farà loro comodo non ricordare le polemiche durissime lanciate dagli oppositori social-comunisti soprattutto contro Delmo Adezio che, a cavallo del 1970, fu Segretario della DC locale e che, da allora, fu bersaglio di accuse basate sulla scarsa qualità delle opere realizzate dalla “F.lli Adezio”. Il colmo fu nel 1980 quando, oltre ad altre accuse strampalate, nella bacheca del PCI furono esposte fotografie delle Scuole elementari realizzate nelle contrade e poi abbandonate per la centralizzazione delle attività didattiche nel centro cittadino, col titolo “I bombardamenti di Delmo Adezio”. Quegli edifici ora sono abitazioni molto belle e nessun bombardamento le ha mai colpite. Delmo Adezio perse da Segretario della DC le elezioni del 1980. Le scuole stanno ancora lì. La storia, mostrando oggi la qualità della vecchia scuola media, apparsa evidente a tutti e testimoniata da chi quell’opera la fece come operaio, ha silenziosamente restituito qualcosa a Delmo e Gabriele Adezio. E ci lascia un grande insegnamento: si possono portare avanti le proprie idee, si può sostenere con grand energia il gruppo che si predilige, lo si deve fare per onestà del proprio impegno, ma lo si deve fare sempre con serietà ed onestà, nel rispetto della dignità degli altri. Il tempo è galantuomo e ci mette a posto prima o poi.

Ieri, 29 marzo, poi, è stato un anniversario particolare, uno di quelli non ufficiali, uno di quelli che appartengono ai semplici affetti personali ma sono carichi di vera emozione: è stato il compleanno di un Amico indimenticabile e di un grande Concittadino, Nevio Cetrullo, che ho festeggiato col cuore e col grato ricordo che accompagna il suo nome.    

Sempre ieri, abbiamo vissuto un intenso Venerdì Santo con la solenne processione per le vie cittadine. Mi è sembrato che le presenze non fossero proprio tantissime sia nel corteo sia lungo le strade dove solitamente si soffermano i Concittadini che per un motivo o per l’altro non entrano nella processione. Purtuttavia è stata una bella manifestazione, raccolta, alquanto ordinata, ben scandita da canti e preghiere. Non è più la processione di una volta e ogni volta non lo è anche rispetto all’anno o agli anni immediatamente precedenti. Quest’anno, ad esempio, il percorso non ha interessato il borgo antico, si è spinto solo fino alla piazza antistante il Municipio per un piccolo giro prima di proseguire verso il tracciato divenuto consueto negli ultimi anni. L’orchestra, che è un piccolo miracolo che si ripete ogni anno perché non è strutturata e nessuno viene pagato (come invece accade altrove, ndr.), ha egregiamente accompagnato i canti sotto la direzione del maestro Emiliano Biasone. Abbiamo poi potuto notare (finalmente) che i portatori delle statue, a partire dai bellissimi giovani che hanno portato il Cristo morto, sono stati distinguibili per un abito alquanto acconcio. Al contempo non c’è stata la vetrina con la proliferazione “volontaria” delle casacche fosforescenti. Mentre è stato bello vedere il Presidente del Consiglio comunale, Mimmo Cicchitti, sfilare con la fascia che contraddistingue quel ruolo nel cerimoniale istituzionale, il che mi ha fatto doppiamente piacere sia per chi l’ha indossata sia perché sono stato tra quelli (diciamo così per non far dispiacere chi ci tiene anche se è arrivato dopo) ad aver “inventato” a Miglianico la carica di presidente del Consiglio comunale. Non è questo però quel che conta. E’ stato un importante segno di qualità del cerimoniale istituzionale, segno che anche in questo Miglianico sta crescendo molto.

Nella speranza che Miglianico cresca sempre di più ci apprestiamo a partecipare al prossimo incontro organizzato per mercoledì prossimo, 3 aprile, nella Sala Consiliare del Municipio, nell’abito della “Agorà delle Idee per Miglianico”. Questo appuntamento sarà dedicato alla ormai mitizzata “socializzazione”. In realtà si tratterà di una conversazione che si preannuncia molto interessante su come l’organizzazione sociale può esser fatta e può manifestarsi concretamente di questi tempi in comunità come la nostra. Lo testimonia l’invito che l’Amica Daniela Palladinetti ha cortesemente inviato anche a me come penso abbia fatto a molti altri. “Parleremo di coesione sociale con la professoressa Michela Cortini, ordinario di Psicologia del lavoro e delle organizzazioni, e il professor Andrea Lombardinilo, associato di Sociologia dei processi comunicativi. L’importanza di fare comunità - precisa l’invito di Daniela - è l’impegno di ognuno ma anche il risultato di relazioni forti e gratificanti. Auspichiamo - conclude Daniela Palldinetti - una numerosa presenza e partecipazione”. Mi associo volentieri all’invito di Daniela e aggiungo un piccolo auspicio, in linea con quanto c’è anche in questa Letterina: la partecipazione sia tale e non sia il mero tentativo di appropriarsi solo di quel che è strumentalmente utile alla propria parte da usare addirittura contro altri che sono parte di questa stessa Comunità. Chi avesse questo in animo meglio che stia a casa, come del resto ha fatto quando non c’è stato da speculare per sé e i suoi. 

Care Amiche e cari Amici, domani è Pasqua, la Pasqua di Resurrezione, del passaggio dalla schiavitù della morte alla vita eterna, la festa tra le feste perché è la festa della vita che vince, della speranza che si fa certezza. Vita, speranza, gioia non possono esserci senza pace. Torno alla bella esperienza della Via Crucis dei Lavoratori di domenica scorsa. E ripropongo, cosa che penso tanti abbiano fatto in questi giorni, il passo che è stato assegnato davvero casualmente al Sindaco di Miglianico. È un augurio pieno, molto bello, condivisibile ma tanto impegnativo per ciascuno di noi. È tratto dal Messaggio di Papa Francesco per la Giornata Mondiale della Pace 2019:

La pace è frutto di un grande progetto politico che si fonda sulla responsabilità reciproca e sull’interdipendenza degli esseri umani. Ma è anche una sfida che chiede di essere accolta giorno dopo giorno. La pace è una conversione del cuore e dell’anima, ed è facile riconoscere tre dimensioni indissociabili di questa pace interiore e comunitaria: - la pace con sé stessi, rifiutando l’intransigenza, la collera e l’impazienza; - la pace con l’altro: il familiare, l’amico, lo straniero, il povero, il sofferente…; osando l’incontro e ascoltando il messaggio che porta con sé; - la pace con il creato, riscoprendo la grandezza del dono di Dio e la parte di responsabilità che spetta a ciascuno di noi, come abitante del mondo, cittadino e attore dell’avvenire. La politica della pace ben conosce le fragilità umane e se ne fa carico”.

Buona Domenica e Buona Pasqua!

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