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La letterina del sabato 6 aprile 2024

Care Amiche e cari Amici,

è stata una bella serata quella organizzata dalla “Agorà delle Idee per Miglianico” il 3 aprile scorso. È stata bella per la meravigliosa relazione della professoressa Michela Cortini e per il brillante intervento del professor Andrea Lombardinilo. È stata bella per la partecipazione decisamente numerosa se si considera che eravamo al post-pasqua e con un evento calcistico in diretta tv. È stata bellissima perché il silenzio di tutti quelli che ci hanno fracassato…i timpani nei mesi passati sulla socialità li ha coperti di ridicolo. Nessuno di “loro” ha avuto una domanda da fare o una proposta da aggiungere o una notazione da presentare come critica, neppure un commento positivo. Nulla. Loro lì zitti. La relazione che ha spiegato tutto quel che si può fare, ha svelato, senza averlo potuto certo immaginare prima, che gli spazi a Miglianico ci sono, che quelle presenze associative a Miglianico ci sono, che le cose sono state proposte, organizzate e fatte, che ancora si fanno. Sono “loro”, gli autori della divisione introdotta a Miglianico che non partecipano e scoraggiano la partecipazione pensando di boicottare il Sindaco e la maggioranza. Potranno scrivere quel che più piacerà loro nei programmi che verranno a recitare da imbonitori d’occasione e da strilloni. Però l’analisi che andava fatta prima di scrivere un programma e prima di decidere responsabilità e soluzioni, non l’hanno voluta fare. Continuano a non voler accettare i danni causati dalla divisione introdotta e attuata pervicacemente. 

E non sono i soli. 

 

Come dimostrano già i primi fatti 

In antitesi o, a voler essere buonisti, ignorando volutamente quanto fatto e ancora va facendo la “Agorà delle Idee per Miglianico”, la sera dopo, il 4 aprile, c’è stata alle Piane, una riunione per un “Programma elettorale partecipato”. In concreto sarebbe stata la prima riunione promossa da “Miglianico in comune”, soggetto ancora in fase di presentazione, cioè ancora non ufficialmente presente nelle forme che solitamente si usano. In realtà si sarebbe già mostrato con un manifesto che, oltre ad essere graficamente inadeguato ai grandi investimenti fatti dai suoi ispiratori sul piano della comunicazione, si presenta come un probabile clamoroso colpo di zappa sui piedi.  L’iniziativa avviata alle Piane il 4 scorso, parte significativamente con un convoglio rovesciato, un trenino che mette in testa il “programma partecipato” che trascina il capolista selezionato e la lista già fatta che, a differenza di quanto pensano altri, è molto qualificata e straordinariamente competitiva. Ora questa compagine si appresterebbe ad ascoltare da altri quel che dovrà poi proporre ma che in realtà ha già elaborato e deciso di presentare. Il che è legittimo ma non proprio corretto perché un programma partecipato, come insegnano quelli che lo hanno già fatto e stanno ancora provando a farlo qui e altrove, viene prima della lista e anche del capolista. Se uno non vuol prendere in giro sin dall’inizio i suoi Concittadini il programma lo studia e lo prepara senza sventolare le proposte che vengono strumentalmente tirate o inventate dal basso. Continuiamo a pensare bene e ad essere buoni, diciamo che è stata una scelta necessitata dall’ormai avviata attività di propaganda, fase nella quale il programma, come tutti sappiamo, è lo specchietto per allodole e il paravento di tante altre cose. Siamo al gioco delle tre carte, nulla di più. 

In un mondo più sereno e democraticamente normale le cose dovrebbero funzionare così. Il Sindaco uscente con il suo gruppo presenta alla Cittadinanza il consuntivo di quanto fatto nei cinque anni di mandato, possibilmente mettendo a confronto quel che aveva promesso e quel che ha poi realizzato. L’opposizione, dal canto suo, presenta ai Cittadini il consuntivo del suo operato cioè, da un lato, dalle proposte fatte in consiglio o in pubbliche assemblee, e, dall’altro, dalle attività di controllo e di opposizione all’operato della maggioranza prodotte dai consiglieri di minoranza. I quali, è bene ricordarlo, vengono eletti proprio per quello, per fare opposizione, per controllare, per fare proposte alternative a quelle della maggioranza, per informare la Cittadinanza su quel che non va o va chiarito. In particolare, l’opposizione dovrebbe palesare a tutti le cose che la maggioranza aveva promesso ma poi non ha fatto. In questo mondo più sereno e democraticamente normale, chi si presenta come “nuovo” (ma una novità assoluta in una piccola Comunità è un modo dire) dovrebbe spiegare perché chi c’è non va più bene, oltre che per il mero fatto di avere uno/cinque/dieci anni di esperienza, e, soprattutto, dovrebbe spiegare in che consiste la novità della sua proposta. Anche qui non conta l’illusionismo dei programmi ma ben altro a partire da un curriculum politico-amministrativo onestamente sincero. Come novità, può sembrare un paradosso, andrebbe bene anche la riproposizione di una appartenenza politico-partitica perché manca da più di una consiliatura a Miglianico e non è certo un elemento negativo se è basato sulla coerenza e sul disinteresse personale della propria appartenenza.

Questo sarebbe l’ideale. La realtà è altro.     

Pare che si andrà semplicemente a tre liste, almeno secondo la previsione fatta da Silvio De Lutiis che, per ora, è l’unico ad aver tratto auspici da qualche sua analisi. La realtà però appare un po’ più complessa, perché composizioni e scomposizioni sono ancora febbrilmente in corso e, in due liste su tre, non si sta tenendo in alcun conto né di programmi e né di altre questioni di facciata ma solo di calcoli sui voti che i singoli possono portare se accetteranno di entrare in lista. La ricerca spasmodica di questi candidati si basa, per quel che se ne sa, su due criteri: a) hai qualcosa contro il Sindaco e allora stai con noi; b) devi darmi una mano perché è importante togliere di mezzo questo Sindaco. Poi a ciascuno viene messa la maglietta con lo slogan positivo del “faremo”, “progetteremo”, “realizzeremo”, “socializzeremo”, “le contrade come il centro”. Nulla di nuovo dai tempi di “L’acque a li Piane e la luce a Catalane”. 

Aggiungo, senza alcun intento di provocazione, che le liste potrebbero tornare a due e potrebbero anche diventare quattro, se ci fossero discorsi coerenti, che potrebbero casomai ferire qualche piccola ambizione personale ma che darebbero linearità a posizioni, interessi e quindi a schieramenti più seriamente motivati.   

La cosa che può sembrare incredibile (nessuno l’ha colta, ndr.) ma che appare sempre più concreta è una strana sintonia tra il Sindaco e Silvio De Lutiis non in quanto possibili alleati ma nella lettura che può esser fatta di questi eventi individuando le loro colpe. Ambedue sembrano preferire lo scenario delle tre liste. Silvio De Lutiis persegue motivi strategici legati al PD che ancora devono palesarsi. Il Sindaco, dicono, abbia espresso preferenza per le tre liste con un preciso calcolo tattico: con la divisione dell’elettorato in tre parti avrebbe la quasi certezza matematica che i suoi voti già sicuri saranno più che sufficienti a vincere mentre sarebbero appena sufficienti se si dovesse arrivare al fatidico 50% più uno. La cosa, dicevo, può esser letta anche come una responsabilità. Parlare di colpa, in politica, non si può più. I protagonisti, tutti, sono sempre più insofferenti alle critiche. La loro astinenza da prove congressuali e da assemblee interne li ha portati a questa ipersensibilità a qualsiasi tipo di critica. Accusarli di avere colpe significa ricevere reazioni sempre più vibranti. Purtuttavia c’è questa possibile lettura delle cause che porterebbero a questo scenario prossimo venturo delle (almeno) tre liste in campo che contiene critiche non eludibili. Quali sono? Le colloco in un modo un po’ semplicistico per poter essere il più chiaro possibile chiedendo perdono a chi invece preferisce giustamente una analisi più accurata e perciò inevitabilmente complessa. Parto dal vertice. I detrattori del Sindaco leggono questa frammentazione degli schieramenti non come frutto di una accorta tattica elettorale ma semplicemente come il frutto di un’avversione che gli ha messo contro metà degli elettori. Silvio si ritrova a dover preferire le tre liste (la quarta per coerenza dovrebbe poi farla lui) perché vuole lo scrostamento del vecchio da ogni singola lista ma, così facendo, ha generato mostri che non riesce a dominare. Queste le possibili letture contro il Sindaco e il capo del PD locale e vallivo. Non mancano le colpe degli altri che si dividono anche se sono uniti dall’avversione contro il Sindaco. Ricordo che questa avversione la devono ancora motivare con analisi politico-amministrative supportate da proposte alternative sul piano programmatico. Per ora trattano e si agitano ritrovandosi solo nel mantra “Fabio non mi piace (qualcuna dice molto peggio ma, poverina, lo fa solo per apparire o per autogratificazione). Non hanno altro in comune. Tant’è che a tutt’oggi son divisi su tutto il resto, soprattutto da ambizioni ed interessi. Hanno meno di un mese di tempo per mettersi a posto…

Intanto, finalmente direi, si muove anche la maggioranza. Mercoledì prossimo “Miglianico Cambia” riunirà i suoi simpatizzanti per lanciare la lista con la quale affiancherà e sosterrà il Sindaco, Fabio Adezio, e per dettare temi e tempi della campagna elettorale. L’appuntamento è per il 10 aprile sera, al ristorante “Il Casolare” a Montupoli. “Miglianico Cambia” torna alle origini, laddove nel 2013, il 22 ottobre, a più di 200 giorni dalle comunali del 2014, si presentò e chiese a chi, a quel tempo, era in campo come opposizione-alternativa alla scolorante compagine di “Progetto Miglianico”, di fare un passo indietro e di lasciare il campo libero a quella esperienza che mantenne la promessa di essere innovativa, efficiente, propositiva e capace di garantire il progresso della nostra Comunità. Il gruppo di “Miglianico Cambia” lo fece dopo aver lavorato come associazione con un’ampia indagine fatta sul territorio e una successiva analisi sul da farsi, e dopo aver organizzato corsi di formazione ed altro. Ricordo chi era con me quella sera e, a differenza di me che ero nulla anche allora, dichiarò da consigliere comunale e/o dirigente di partito che anche lei/lui si fermava lì per fare spazio al nuovo, a quelli che erano i nostri Amici, ma erano davvero nuovi. Qualcuno deve aver dimenticato non tanto di esserci stato ma di aver preso certi impegni. Pensano di essere dei nuovi Atlante: mostrano di esser stati mandati dagli dei per reggere Miglianico sulle loro spalle e che senza di loro Miglianico non potrebbe più esistere. Si sentono dei semi-dei, mica niente.   

Sul vecchio e sul nuovo vorrei fare non poche precisazioni. In realtà dovrei farlo perché sono stato tirato in ballo da chi, pochi giorni fa, mi ha classificato non Amico ma “testimonial di Fabio Adezio”. Onorato dell’accostamento sia a Fabio, al quale voglio sinceramente bene e che stimo tantissimo, sia a un grande Sindaco e grandissimo Amico come Mario Amicone, devo deludere l’inventore di siffatta definizione: non sono testimonial di nessuno. Anche perché non si tratta di commercio ma di ben altro. Non potendo approfittare oltre della paziente lettura dei miei eroici ventitré Lettori, non entro nel merito ma riaffermo serenamente che, con la consueta libertà, continuerò a portare il mio piccolo, povero contributo di informazione, riflessione, analisi e commento su quel che accade nella nostra Miglianico, senza far finta di essere obiettivo o super-partes perché non ho bisogno di coprire alcunché. Continuerò anche a divertirmi con Concittadine e Concittadini che pensano di far chissà quali macelli attaccando uno come me che è nulla nella realtà politico-amministrativa locale, ma che non è disponibile a far da bersaglio a nessuno, amico, nemico o semplice conoscente.

Prima di congedarmi voglio dare spazio all’affettuoso ricordo della zia Anna Maria, una Donna straordinaria, come lo sono tutte le Donne abruzzesi, ma che ci ha dato una straordinaria lezione di vita anche nell’ultimo, difficilissimo tratto della sua esistenza terrena, come ha testimoniato don Gilberto nel corso del funerale. La zia Anna Maria Macchia, Figlia della zia Dalia, la sorella di Nonno Guglielmo, è una Donna di una meravigliosa bellezza, austera e dolcissima, capace di trasmettere un affetto sincero e disinteressato prima con la luce dello sguardo, poi con l’abbraccio e infine con parole sempre delicate e cariche di vera attenzione. I nostri incontri erano frequenti al termine delle Sante Messe, con una magica coincidenza che ci portava alla stessa funzione vespertina del sabato o a quella della domenica mattina a Cerreto. Ed erano sempre momenti di vero e gioioso affetto, colori di un ricordo che non svanisce, di una presenza che resta nel cuore e nella mente. Quando, di ritorno da Milano, volle avere il libro con gli “Appunti per una piccola storia locale”, che avevo presentato qualche giorno prima le scrissi questa semplice dedica che tanto le piacque e per la quale tanto volle ringraziarmi “Alla carissima zia Anna Maria, bellezza di legami familiari, gioia di ogni incontro, sorriso che illumina l’anima. Con grande affetto, Maurizio     

Buona Domenica

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