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Il potere più grande è scegliere: il programma di “Miglianico Cambia” generato dall’intelligenza dei Cittadini.

In un clima non da kermesse all’americana ma di nuovo rinascimento per accoglienza, luminosità delle intelligenze, serenità della condivisione, volontà di futuro, eccellente qualità di piatti e bevande nonché per la cortesia del servizio, è iniziata la campagna elettorale di “Miglianico Cambia”. Ma è cominciata senza fare campagne elettorale. Sorprendendo molti dei tantissimi presenti - molti di più di quanti erano stati forse pensati inizialmente ed anche di quelli poi messi nel conto dopo avere allargato gli inviti - il gruppo del Sindaco, Fabio Adezio, ha organizzato una serata che in realtà non è stata di propaganda né di proclami e neppure dei pur attesi annunci sulla lista dei candidati. Ancora una volta, rispettando la sua cifra,Miglianico Cambia” ha meravigliato, con ciò offrendo una lezione a chi ora, oltre ad inseguirla, si dovrà ridurre ad un goffo tentativo di imitazione producendo al più patacche e scampoli di qualità scadente. 

 

I presenti sono stati la prima sorpresa riservata da “Miglianico Cambia”. Il numero in certi casi, come questo che è iscrivibile nella imminente campagna elettorale, è il primo elemento che si va a valutare. Ma, proprio in questo caso, che è straordinario come accade quando “Miglianico Cambia” propone una novità, non è il numero che va valutato, o meglio, non è solo il numero. Quanti eravamo? 100, di più, molti di più, sicuramente tanti, per molti dei presenti inaspettatamente tanti. L’elemento interessante però non è stato il pur cospicuo numero dei presenti ma chi era presente. Le fin troppo appariscenti sentinelle dei campi avversi, probabilmente sconfortate, avranno comunicato in tempo reale numeri e nomi sui quali ogni dietrologia possono ora imbastire e propalare. In un mondo normale, prima di fare altro, soprattutto in chiave oppositiva e negativa, dovrebbero riflettere su un paio di punti più di altri: 1) chi c’era è stato invitato a portare un contributo e non ad ascoltare un comizio di apertura; 2) il Sindaco, Fabio Adezio, sarà pure antipatico ma quando chiama come Sindaco la gente, di varia opinione e di diversa collocazione, risponde, va a sentirlo, lo ritiene credibile come amministratore, si fida di lui.     

La serata di ieri al ristorante “Il Casolare” è stata dedicata alla ideazione delle linee guida di un programma non speculativo, cioè volutamente non indirizzato alla captatio dei consensi, ma elevato, capace di immaginare la Miglianico dei prossimi 5/10/15 anni. Gli ospiti sono stati accolti con una registrazione servita prevalentemente a distribuirli poi in tavoli tematici, secondo i colori dei badge consegnati all’accoglienza. Ancora una sorpresa: non c’erano sedie disposte a platea, segno plastico di un evento dove non si è stati chiamati per ascoltare un capo che dà indicazioni e che va applaudito per creare un clima di consenso ma per essere parte attiva di un incontro. La prima ora dell’incontro è passata appunto nell’incontro, tra saluti, gustosi spuntini e cordiali brindisi di benvenuto. Poi, rapidamente ma con l’efficacia comunicativa alla quale “Miglianico Cambia” ci ha abituati, è iniziata la parte propositiva della serata. Ha introdotto Mimmo Cicchitti, un po’ padrone di casa e un po’ “cambista” della prima ora. Il suo intervento ha ripercorso ideali, motivazioni e, con essi, la storia del gruppo che proprio lì al “Casolare” mosse i suoi primi passi ufficiali nell’ottobre del 2013, da lì divenendo poi la proposta e la realtà di governo locale oggi sintetizzata con un gruppo “di parola non di parole”.

Il Sindaco, Fabio Adezio, ha introdotto poi la parte più squisitamente amministrativa senza fare elenchi e promesse. Si è limitato a fare i conti: quelli dei debiti trovati con tanto di firme dei suoi predecessori, quelli dei debiti sanati in anticipo sui tempi possibili, quelli degli investimenti fatti in misura crescente in dieci anni e quelli degli investimenti raffrontati, sempre sulla base delle sole cifre, con quanto ereditato dal quinquennio precedente. Ha poi sinteticamente ricordato che i programmi presentati nel 2014 e nel 2019 sono stati realizzati al 100% quello del primo quinquennio (in verità facendo molto di più del promesso) e al 90% quello del secondo quinquennio, che però ha visto la fase della pandemia che è stata egregiamente affrontata anche se non poteva esser messa nei programmi amministrativi. In apertura del suo intervento aveva chiesto ai presenti quale fosse il verbo più potente. “Fare”, “Potere”, “Amare” (giustamente) hanno risposto alcuni. “Scegliere” ha replicato Fabio. Perché scegliere significa decidere cosa si vuol esser e cosa si vuol fare. La scelta è dunque alla base del programma.    

Prima di dare la parola ai tavoli tematici, Pino Timperio ha preso la parola ed ha fatto un meraviglioso intervento parlando di felicità, di emozioni, del saper esser buoni cittadini perché in quanto tali si è anche buoni lavoratori, buoni genitori, buoni insegnanti, etc. Ha poi fatto un efficace esempio legato alla vicenda della ex-scuola media che ha suscitato in tanti tristezza. “Sono i legami personali che quell’edificio ci ha richiamati ad aver mosso i nostri sentimenti, non la bellezza di un edificio utile, vissuto ma non bello” (Pino ha usato un altro aggettivo, ndr). Ho poi anche spiegato che la conservazione assoluta, passiva è una sconfitta per ogni nuova generazione perché non rinnovare quel che s’è fatto in precedenza significa arrendersi al fatto che i nostri genitori son stati capaci di fare cose nuove rispetto ai loro genitori e noi, così come ogni futura generazione, non siamo capaci di realizzare opere per il futuro.   

È stata poi la volta dei tavoli tematici che hanno visto la partecipazione attiva di tutti i presenti. In ciascun tavolo, ciascuno ha portato uno spunto, un elemento di riflessione, una novità, una pennellata per dipingere i colori della Miglianico prossima futura. I coordinatori dei tavoli (con una citazione di emozionata simpatia per il giovane Eduardo Sulpizio) hanno poi rapidamente raccontato a tutti cosa era emerso Il lavoro di compendio verrà ora compiuto ed inviato, attraverso email e contatti social, a chi ieri sera ha partecipato alla ideazione del programma. Non posso ovviamente elencare le tante cose emerse anche perché, a differenza di altri, non avevo certo interesse a copiare il compitino. So che quanto è stato donato ieri sera da tutti tornerà a tutti come proposta e impegno di buona amministrazione. Copiare o scrivere pizzini sarebbe stato indegno di quello spirito positivo e propositivo messo in campo da così tanti Concittadini.  

Dopo il pionieristico percorso delle “Agorà delle Idee per Miglianico”, che prosegue la sua missione di analisi e dono lanciata coerentemente oltre la linea delle elezioni, Miglianico cambia”, che le elezioni comunali le sta preparando, ha dato senso a come un gruppo, che vuol esser protagonista del fare, riesca a raccogliere il sentire della popolazione e a tradurlo in operatività programmatica ed in impegno amministrativo. 

E gli altri? Beh, a questo punto inseguiranno, proveranno a copiare e a rivendersi come propri i punti programmatici di “Miglianico Cambia” già da stasera, anche grazie agli appunti presi forsennatamente dagli inviati poco speciali. Forse dovranno fare anche marcia indietro sui loro presunti “programmi partecipati” o saranno probabilmente tentati di riempirli ulteriormente di vuota demagogia. Nel chiuso dei loro conciliaboli, però, dovranno riconoscere cheMiglianico Cambia” è avanti a loro e li ha già distaccati sul piano della ideazione e redazione del programma generato dall’intelligenza e dalla passione dei Cittadini. Se non si accaniranno a spargere il male fine a sé stesso ma capiranno il senso vero di questo passaggio, tra qualche settimana saranno in grado di presentarsi alla partenza ufficiale della campagna elettorale con un distacco inferiore a quello attuale già marcato ieri sera dal gruppo di Fabio Adezio.  

E potrebbero/dovrebbero prendere spunto anche dalla riflessione con la quale il Sindaco, Fabio Adezio, ha voluto chiudere la serata Abbiamo vissuto una serata bellissima. Abbiamo pensato tante cose belle. Ci siamo detti tante cose interessanti. E non abbiamo parlato male di nessuno” (e in realtà non è stato proferito alcun nome di possibili o reali avversai, ndr.). 

Più che una lezione, che pure tale è, dovrebbe essere, per tutti i futuri contendenti, la sfida del proprio saper essere e del proprio agire da qui a giugno prossimo.  

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